Venerdì 31 marzo
ABSTRACT RELAZIONI
Somma Pasquale “Il movimento migratorio causato da fenomeni sociali”
Il flusso migratorio è uno di quei fenomeni che nella linea del tempo non si è mai fermato. E che, in epoche diverse, ha riguardato e riguarda tutti. Come si può arginare il desiderio dell’uomo di avere un futuro migliore altrove? Come si fa a bloccare la fuga di chi scappa dalla fame, dalla guerra, dalla cattiveria di bande armate, senza timore di lasciarsi tutto alle spalle e sfidare comunque la morte? La storia è un continuo movimento. Desiderato o tristemente imposto. Voluto o necessario. Una diaspora sempre attuale, se consideriamo i centomila ragazzi e lavoratori che ogni anno, oggi, lasciano l’Italia per superare la crisi: viaggi diversi dai barconi della speranza, certo, ma ispirati dallo stesso desiderio. Che tipo di pensieri invadono la psiche di una donna, di un uomo o di un bambino quando appoggiano per la prima volta il piede in una terra straniera? Quali sono i pensieri di una persona a contatto con una nuova realtà? Condivido la mia esperienza di migrante che oggi lavora nell’accoglienza di migranti stranieri di provenienza afgana, ucraina e africana.
Aceti Tiziana, Liverano Antonella, Zedda Cristiana “In movimento verso l’imperfezione: dalla teoria evoluzionistica all’Analisi Transazionale”
In questa relazione si parte dalle moderne teorie sull’evoluzione “imperfetta”, per cui il nostro mondo e la nostra specie sono frutto di sottili imperfezioni e rotture di simmetrie, dimostrando così che l’errore nell’evoluzione è generativo e linfa del cambiamento, per giungere, attraverso la teoria dell’AT, alla generatività delle imperfezioni che funzionano e che, attraverso la physis (Berne, 1968), ci rendono saggi, sapienti e coraggiosamente legati, in una tensione dialettica, ai luoghi delle nostre aspirazioni. (Cornell,2010).
Darwin (1872) diceva che dove c’è perfezione non c’è storia; dove sussiste imperfezione al contrario c’è qualcosa che accade, sia esso evento, processo, mutamento o relazione. Dove c’è perfezione è già successo tutto: le alternative sono finite, non rimane nulla da narrare.
Per sillogismo è dunque l’imperfezione a darci il senso di noi stessi, del tempo e della caducità. Diventa l’origine dell’impermanenza; la perfezione invece è storia che ha fatto già perdere le sue tracce.
Nell’imperfezione c’è molto da fare: occorre lavorare sulla coscienza dei propri limiti, tra paure e difese, frammentazione dell’Io e perdita di orientamento, prima di giungere alla consapevolezza della nostra irrilevanza come persone singole e sollievo nella nostra imperfezione.
Cremonini Laura “Gruppi in movimento: un approccio alla co-costruzione delle nuove regole del lavoro smart”
Attraverso la descrizione delle forze che agiscono all’interno di un gruppo di lavoro, la relazione descrive il caso di un’organizzazione che, attraverso un approccio co-costruttivo tra leadership e membri, elabora e mette in atto nuove modalità del lavorare insieme in modalità agile. La scelta consapevole della leadership pone basi virtuose per un’interpretazione responsabile del lavoro da remoto. La dimensione fisica dell’organizzazione si muove ed evolve, assumendo una forma più fluida e diffusa, stimolando alla definizione di nuovi equilibri lavorativi e relazionali.
Budini Chiara “Nel prato e nel cuore. Outdoor therapy con gli adolescenti”
Il Gruppo Ponte e il gruppo Vela sono i gruppi di psicoterapia di ragazzi delle scuole superiori del Progetto All’Arrembaggio. Una volta l’anno i ragazzi partecipano insieme a un percorso di outdoor therapy, durante il quale vivono una esperienza che diventa cambiamento. I ragazzi sperimentano fuori di sè (espressione, movimento) ciò che vivono dentro di sè, così hanno nuove consapevolezze che spesso sfociano in importanti ridecisioni (divenire).
La relazione racconta l’esperienza outdoor della scorsa estate di questo gruppo di ragazzi, descrive il percorso che è stato loro proposto e i risultati raggiunti, percorso che ha permesso loro di muoversi attraverso i diversi livelli di sè, sociale, corporeo, cognitivo, emotivo fino a raggiungere il nucleo esistenziale dove hanno incontrato il sè autentico e hanno deciso qualcosa di nuovo. ”
Musso Roberta “L’uomo, la donna e il Tango: storie di terapia sessuale di coppia”
L’importanza del copione sessuale e l’identificazione di sé diviene centrale quando si stabiliscono relazioni di coppia.
Molto spesso quando si lavora con le coppie nelle nostre stanze di terapia vediamo agire un “tango relazionale” fatto di movimenti legati alla percezione del proprio ruolo sessuale e alle aspettative su come deve essere l’altro, e su come devono svolgersi le dinamiche di coppia. Questi elementi hanno come teatro privilegiato le dinamiche interpersonali che si sviluppano sia a livello sociale che nella sessualità di coppia. L’intervento si propone di descrivere queste dinamiche di “ballo” e di mostrare come attraverso l’uso di alcuni strumenti proiettivi si favorisce l’ascolto e l’elaborazione consapevole di dinamiche interne, stabilizzando e promuovendo una visione di coppia originale.
Per far questo è necessario che il terapeuta abbia chiare le sue percezioni relative alla sua sessualità e alle sue aspettative relative ai ruoli sessuali, affinché i suoi interventi non rinforzino elementi del copione di coppia ma consentano alla coppia di trovare una maggiore armonia nel loro ballo.
Parisi Simona, Pierro Paola “L’espressione della sessualità in psicoterapia: dal tabù alla scoperta del corpo e della sua forza vitale”
Quando si parla di sessualità all’interno della relazione terapeutica si rischia di entrare in un campo minato e tutt’altro che agevole. Il controtransfert può esser messo a dura prova, tra il turbamento che può dare l’emergere di emozioni contrastanti di eccitazione, ansia, e in alcuni momenti perfino disgusto, e la presenza spesso inevitabile di pregiudizi e tabù del terapeuta stesso.
Del resto, come scrive Anita Phillips, spesso «l’esperienza sconvolgente contenuta nel sesso deve essere annacquata a beneficio di quanti non sono in grado di farvi fronte del tutto e, in effetti, questi ultimi sembrano essere molti di più rispetto a coloro i quali sono in grado di far fronte a un’esperienza erotica ampia e variegata». (Phillips A., 1998, p.123 cit. in Cornell, 2015)
Cosa potrebbe invece accadere se riuscissimo ad andare oltre i nostri pregiudizi, oltre la tentazione di nasconderci dietro una semplice e riduttiva etichetta clinica?
Potremmo probabilmente, come suggerisce William F. Cornell, dar spazio alla scoperta di quei “temi persistenti nel corpo, immaginati e relazionali”, che possono divenire un valido strumento di comprensione e arricchimento.
Un atteggiamento di autentica apertura e curiosità verso l’espressione della sessualità, e il coraggio di intraprendere una ricerca intima, intensa e reciproca potrebbero offrire ai pazienti la possibilità di recuperare la consapevolezza del proprio corpo e quindi della propria vitalità; poiché la sessualità non è solo comportamento sessuale, ma anche e soprattutto corpo, relazione e rapporto con se stessi.
Ermini Marialisa “La vita è movimento fin dalle sue origini: processi di sviluppo, di crescita e di cambiamento”
La vita è nel movimento. (Aristotele)
La relazione parte dall’osservazione che la vita nasce dall’incontro di cellule in movimento e che l’organismo umano si sviluppa e cresce, fin dall’embriogenesi, per il movimento di cellule che trovano il loro posto e la loro funzione all’interno del corpo. Corpo che sviluppa la sua struttura e la sua funzione a partire dal movimento. Il movimento alla base delle acquisizioni psico-fisiche che caratterizzano lo sviluppo del neonato, del bambino, per tutto l’arco dello sviluppo fino alla progressiva riduzione del movimento nelle ultime fasi della vita. Il movimento alla base della crescita e della salute psico-fisica, alla base dei processi di cambiamento sociali e personali, nella cura della sofferenza fisica e mentale.
La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti. (Albert Einstein)
Prosperi Alessandra “Percorsi di cura e sanità”
L’obiettivo della relazione è quello di descrivere come all’interno della sanità pubblica gli elementi di complessità sono espressione di collaborazione e di governance. Ne scaturisce un movimento di coordinamento tra tutti gli attori coinvolti e la creazione di percorsi di cura espressione di un sistema di rete in continuo divenire. La presa in carico condivisa e il coinvolgimento degli stakeholder fornisce migliori risultati di salute.
De Micheli Elisa Maria “Il movimento nel processo di counseling”
Presento una riflessione sul movimento e il cambiamento nel processo di counseling in attenzione alle potenzialità e ai limiti. La persona che chiede un intervento di counseling si muove per cercarlo. Il movimento del suo dialogo interiore lo motiva a cercare un cambiamento, anche nelle situazioni più complicate.
Condivido alcune esperienze di lavoro e di supervisione di interventi di counseling in ambito sociale ed educativo nel divenire dell’esistenza umana.
Sabato 1 Aprile
ABSTRACT RELAZIONI
Filanti Sara, Paolillo Antonella Raffaella “Il movimento della ricerca in AT”
La ricerca nel campo della psicoterapia in analisi transazionale è in movimento da diversi anni, sia in ambito nazionale che internazionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità spinge perchè i paesi membri dell’UE adottino cure che abbiano dimostrato la propria efficacia nel trattamento dei common mental disorders, pertanto ogni modello di psicoterapia è chiamato a dimostrare la propria efficacia clinica e sperimentale. Questo è la scia su cui da qualche anno ci stiamo muovendo. Verrà illustrato il percorso storico della ricerca per convalidare l’efficacia della analisi transazionale, in particolare il movimento italiano dedito alla validazione AT nell’ambito dei disturbi ansiosi.
Per questa ricerca la Simpat sta collaborando con l’AIAT che ne è la promotrice. Per consentire ad ogni clinico italiano di diventare ricercatore siamo finalmente giunti alla realizzazione di una piattaforma dedicata che verrà illustrata, per poi sperimentarla nel workshop.
Saita Emanuela “I movimenti della professione psicologica a seguito della pandemia”
TESTO AL MOMENTO NON DISPONIBILE
Soana Vittorio “Cousenling e accompagnamento spirituale in una ecologia integrale”
La molteplicità dei sensi, il contatto, la prossimità e la distanza sono alcune delle forme che permettono di fare esperienza della vita.
Sono linee e intreccio, trame complesse e intricate con cui entrare in prossimità e scorgere che siamo collegati in una fitta rete di connessioni.
Ogni senso che veicola il contatto riconosce una traccia archetipa, nata dalla naturale esperienza del sensibile. È un avvicinarsi ed è un perdersi nell’origine, un cogliere un significato
e percepirne “l’oltre”. La tensione all’altro, la condivisione con la comunità, la pienezza della prossimità del creato, sono la dimensione intima, momenti dell’umano e del suo bisogno di approdare a esiti mistici e sentirne la tensione della separazione.
Questo intervento è un dialogo tra il patriarca dello zen Eihei Doghen Zenji (1200-1253), per la sua visione del risveglio, l’antropologo Tim Ingold, per un’ecologia della relazione, e
l’accompagnatore spirituale, per favorire il divenire dell’essere in un diverso modo di autoconsapevolezza.
Venerdì 31 marzo
ABSTRACT – WORKSHOP
Sasso Raffaella “Movimento, mutamento e forma dell’identità: la dimensione del tempo nella relazione”
“Come in alto così in basso, come nei grande così nel piccolo, come dentro così fuori, per fare il miracolo di una cosa sola”
Ermete Trismegisto
“Il tutto è in tutto e in tutti”
Alberto Giussani
La vita è mutamento in tutte le sue espressioni, dal macroscopico al microcosmo all’essere umano. Mutamento isomorfico che segue le stesse leggi. Il muoversi del tempo costituisce la dimensione atta a rendere visibile il compiersi ed il manifestarsi dell identità nelle infinite sue forme.
“Il tempo è l’ immagine mobile dell’ eternità” Platone
“Il tempo è una proprietà del movimento per ordinare il cosmo” Aristotele
Il tempo “se nessuno mi interroga lo so, se volessi spiegarlo a chi mi interroga non lo so” S.Agostino
Nell’evoluzione umana il mutare del vissuto del tempo genera concezioni cosmologiche diverse che a loro volta mutano la percezione del tempo(circolare, lineare, finita, infinita, Chronos, kairos…) e la forma dell’identità nell’ essere nel mondo.
Nel presente seminario presenteremo un escursus descrittivo dei diversi modelli filosofici, scientifici, esistenziali e delle loro connessioni. Seguiranno esperienze sul campo espressive del tempo vissuto, del suo senso che plasma la forma dell’identità.
A tale scopo saranno “messe in scena” tecniche di “scultura psicocorporea” personale e di relazione.
Eleodori Daniele, Severino Antonella, Pierini Alessandra “Organizzazioni in Movimento: l’espressione del Bambino Libero a livello collettivo ed individuale”
Il workshop offre la possibilità di rivivere il percorso che ha portato la Fondazione Telethon, attraverso articolati movimenti culturali, relazionali e personali degli ultimi dieci anni, a rielaborare il proprio copione organizzativo per far esprimere l’energia creativa del Bambino Libero.
Il viaggio è culminato con l’iniziativa intitolata “Happy Days: Incontri ed Esperienze sulla Felicità!”, che ha permesso alle 130 persone Telethon di affrontare un nuovo sfidante e immersivo movimento, finalizzato a consolidare i rapporti di fiducia e alleanza attraverso l’esperienza corporea.
Nel workshop, dopo una prima parte di introduzione all’esperienza e di contestualizzazione, offriremo un assaggio delle attività esperienziali fatte, per agevolare nei partecipanti l’esperienza del rispecchiamento e dell’affidarsi all’altro attraverso l’uso del corpo.
Barrera Silvia, Di Legge Daniela “Copione in movimento: come riconoscere il copione attraverso la lettura dei messaggi del corpo in movimento”
Le prime esperienze infantili avvengono attraverso la conoscenza corporea guidata dagli organi di senso. Il corpo è quindi parte del processo di crescita e dello strutturarsi del copione di vita. Tramite la motricità il bambino lancia segnali affinché l’ambiente si occupi dei suoi bisogni. È con l’ipertonia, il tendersi, che reagisce tanto ad uno stimolo interno che ad uno stimolo esterno. È con l’ipotonia, il distendersi, che segnala l’acquietamento del bisogno, la soddisfazione. Il corpo con le sue reazioni è mediatore della relazione con il mondo.
Secondo gli Shiff (1975) è fondamentale l’associazione della sensazione della fame (stimolo interno) e l’attività di piangere, agitare le braccia, succhiare (ponte comportamentale tra l’interno e l’esterno) e l’acquisizione del cibo (risposta esterna). È il primo passo dell’apprendimento al pensare del bambino, il passo iniziale nel copione per ciò che concerne l’uso e l’importanza del movimento: dell’attività e/o della passività, dell’ipertono o dell’ipotono. In una crescita sana si stabilisce e si stabilizza un circuito di feedback congruente tra percepire, sentire, immaginare, pensare, agire. Ad ogni “No” ripetuto e prolungato o avvenuto in un particolare stadio della crescita, si stabilizza un modello di contrazione muscolare ed energetica. È il Bambino Naturale che si “corazza” nel suo processo di adattamento all’ambiente. Secondo Cornell (1975) si stabilisce un dialogo interno silenzioso tra il Bambino Naturale ed il Bambino Adattato. Questo dialogo ha lo scopo di inibire l’espressione spontanea del Bambino Naturale, favorendo gli adattamenti copionali del Bambino Adattato. Il tono muscolare esprime e mantiene la Gestalt psico-tonica entro cui sono state prese le decisioni di copione. Ogni copione (Steiner,1974), ha una sua peculiare combinazione di espressione somatiche e forze e debolezze fisiologiche.
Finalità di questo workshop è quella di incrementare l’abilità del terapeuta a riconoscere i segnali corporei, a leggere le espressioni somatiche come preziose informazioni sul copione di vita e sugli adattamenti appresi da ogni individuo. Il workshop sarà interamente esperienziale e avrà l’obiettivo principale di offrire ai partecipanti la possibilità di integrare in modo articolato ed efficace apprendimenti di tipo cognitivo, emotivo e corporeo.
Un primo stimolo esperienziale ludico-motorio offrirà l’opportunità di sperimentare i propri adattamenti corporei e motori e di riflettere su come questi siano connessi alla propria storia ed al proprio copione di vita. Successivamente, dopo una brevissima contestualizzazione teorica, saranno invece presentati dei video in cui allenarsi a porre attenzione al linguaggio corporeo ed a riconoscerne le storie copionali. I partecipanti verranno stimolati a riflettere in piccoli gruppi ed a fare ipotesi sulle ingiunzioni, sui messaggi copionali e sulle decisioni prese dai soggetti visionati.
La parte finale del workshop sarà dedicata ad un confronto nel grande gruppo ed alla integrazione delle esperienze fatte.
Sabato 1 Aprile
Ricci Barbara, Salvatori Roberta “L’arte e il divenire: colori e pennelli nella stanza di terapia. Quando il movimento arricchisce il rapporto paziente e terapeuta nei reciproci ruoli e competenze”
L’arte rappresenta la strada maestra che consente al nostro inconscio di emergere, trasformato e reso possibile e accettabile, in una danza che dalla stanza di terapia si espande nella vita reale dei nostri pazienti. Le Autrici propongono un workshop in cui l’arte e il movimento rappresentano un tema centrale. La protagonista/artista narra, attraverso una sequenza di acquerelli prodotta durante il percorso terapeutico, la propria trasformazione da una posizione di difesa e di protezione del sé, ad una di apertura e di contatto con la vita, i colori e la luce, resa possibile dal suo aprire nuovamente lo sguardo sul mondo.
Il workshop, della durata di 110 minuti, avrà carattere esperienziale e prevede la condivisione e il confronto con il materiale prodotto dalla paziente, letto all’interno di una cornice teorica in cui vengono analizzati e messi a confronto i contributi teorici dell’AT, dell’EMDR e della Coherence Therapy, usati nel percorso terapeutico, a conferma della Psicoterapia come forma d’arte.
Fani Benedetta, Pagnini Diletta “Danzare e divenire: il movimento come espressione del Sé”
La Danza Movimento Terapia (DMT) utilizza l’espressione libera e creativa del corpo attraverso il movimento come strumento di crescita emotiva, sociale e psicologica. E’ praticabile da chiunque e dà la possibilità di sperimentare l’incontro tra corpo, musica e arte come canale di espressione del proprio vissuto interno e come terreno fertile in cui può avvenire l’incontro con l’Altro.
Seguendo la conduzione del professionista, l’esperienza di muovere il proprio corpo nella DMT diviene dunque un’esperienza profonda di contatto con Sé, dove ognuno ha la possibilità di sperimentare l’importanza e il valore della propria unicità e, al tempo stesso, l’esperienza di gruppo permette di cogliere le caratteristiche che questa stessa unicità assume nella relazione con gli altri, divenendo quindi un’esperienza complessa, a livello socio-psico-esistenziale.
Al termine dell’esperienza, il partecipante ha la possibilità, se lo desidera, di rileggere e condividere la propria esperienza attraverso il linguaggio AT.
Filanti Sara, Paolillo Antonella Raffaella “Il movimento della ricerca in AT”
Per fare ricerca c’è bisogno di investire delle energie, la piattaforma di ricerca creata vuole ottimizzare le energie del clinico che sceglie di essere anche ricercatore. Ogni clinico oggi, ogni psicoterapeuta è chiamato a dare il proprio contributo all’AT ed alla ricerca. Attraverso questo momento esperienziale si vuole tendere a guardare ed attraversare le paure che ognuno di noi porta con sé quando si deve esprimere in un ambito che sente nuovo e/o poco familiare. Porta con te la tua paura, partecipa anche tu, vedrai che è più semplice di quanto pensi e anche divertendoti potrai dare il tuo contributo. I partecipanti saranno invitati ad iscriversi alla piattaforma ed a sperimentarla in prima persona durante il workshop. Verranno illustrati i test e i livelli e seguito un caso clinico.
Van Poelje Sari “The dance of executive coaching”
Lo scopo del workshop è quello di creare una comprensione dell’AT executive coaching, e in particolare dell’uso dei concetti dell’AT per creare un movimento verso la “guarigione” nell’executive coaching. L’executive coaching è una forma specifica di sviluppo organizzativo e della leadership, in cui un leader o un team imparano diversi metodi e prospettive per essere più efficaci nel loro ruolo all’interno dell’organizzazione e nel raggiungimento di risultati per i clienti. Il workshop è di tipo esperienziale, con insegnamenti concettuali e discussioni in plenaria. I partecipanti possono partecipare sia per lo sviluppo personale che professionale come leader, coach, consulenti, educatori e psicoterapeuti.
Alla fine del workshop i partecipanti sapranno:
1. Comprendere le caratteristiche specifiche dell’executive coaching
2. Comprendere il significato di “guarigione” in questo contesto (perché).
3. Imparare e comprendere un modello di processo di coaching in cinque fasi (cosa fare).
4. Imparare e comprendere i diversi livelli di problema (quando fare cosa).
Procacci Mario Augusto “Le imago di gruppo in movimento e il terapeuta in azione”
È prevista una parte teorica di massimo 30 minuti, dedicata alle diverse fasi dell’imago di gruppo, delle identità di copione e del loro significato terapeutico.
I partecipanti potranno sperimentare come nel trattamento di gruppo AT siano importanti: l’espressione delle identità di copione, il mutevole grado di intimità che si viene a creare con le dinamiche di gruppo e come poter trattare questo questi elementi che caratterizzano la psicoterapia AT. Attraverso il loro coinvolgimento diretto, la lettura di vignette di terapia di gruppo, i partecipanti potranno magari anche sperimentare in prima persona come poter trattare “l’espressione e il divenire” di questi elementi essenziali del gruppo di trattamento AT. Si utilizzeranno slide, filmati e vignette di trattamento di gruppo.
Bonanno Erika, Preti Daniele “Sì, viaggiare (bagno armonico e acquerelli)”
Viaggio, dal latino “viaticum”, tutto ciò che il viaggiatore portava con sé per sopravvivere durante il cammino. Attraverso una distensione immaginativa, intraprenderemo un viaggio introspettivo per riconnetterci alla parte profonda del sé, per tornare a casa.
Il viaggio proseguirà con colori, pennelli e acqua per esprimere e tradurre su carta emozioni e percezioni emerse.”
Battisti Clara, D’Errico Michele “Cullare la Crisalide”
Prendendo spunto dal libro “Cradling the Chrysalis – Teaching and Learning Psychotherapy (Cullare la Crisalide – Insegnare e Apprendere la Psicoterapia)” di MacCallum e Goldenberg (2018), il workshop è dedicato all’incontro di psicoterapeuti in formazione e psicoterapeuti attivi già da alcuni anni. Attraverso una supervisione di gruppo, il workshop offrirà una opportunità di condivisione di esperienze con clienti “difficili” ponendo una attenzione particolare, oltre che al coping, alla cura e alla protezione di sé.
Attraverso momenti di co-creazione, l’intento dei conduttori è di nutrire la motivazione dei partecipanti favorendo il sorgere del battito delle loro ali.
Scialanca Chiara, Bruci Marco “Dall’isolamento allo svincolo”
Alle soglie del 2023 il cambiamento della connotazione classica della crisi adolescenziale mostra una radicalizzazione. Ad accelerare il processo di ridefinizione delle caratteristiche della crisi adolescenziale ha contribuito il periodo di lockdown e l’impatto della pandemia del COVID -19. Si osserva un investimento affettivo orientato all’isolamento e all’immobilismo da parte dei giovani in età compresa tra 13 e 18 anni, mentre si riduce la carica energetica dello Stato dell’Io Genitore; l’energia che affluisce nello Stato dell’Io Bambino si impaluda in un ritiro passivo e depressivo, che irretisce ostacolando il processo di individuazione e svincolo. Per svincolarsi l’adolescente di oggi deve risolvere l’autoattacco, eludendo le spinte punitive e di annientamento del sé e il conflitto relazionale con i genitori, che non si muove più in termini attivi di ribellione come classicamente è stato, ma nella passività, nella delusione delle aspettative investite su sé (Lanciani M., Cirillo L., Scodeggio T., Zanolla T., 2020). Il processo terapeutico che sostiene lo svincolo si orienta alla riattivazione dell’energia investita nello Stato dell’Io Bambino attraverso la relazione; il setting è di gruppo e omogeneo per età e costituisce un contenitore protettivo in cui implementare, parallelamente alla rienergizzazione dello Stato dell’Io Bambino, anche una funzione riflessiva e di modulazione del polo opposto alla passività, ossia l’impulso. In questo processo terapeutico, la considerazione e l’attivazione corporea è di primaria importanza anche per sostenere l’adolescente nell’affrontare la tipica vulnerabilità narcisistica del corpo adolescente che causa spesso vergogna ed imbarazzo. Una vulnerabilità che attiva l’intelligenza a fini difensivi (Narcisismo, Lowen,1983), distanziando le proprie sensazioni ed emozioni e quindi avvicinando l’adolescente a quel ritiro narcisistico, che è di ostacolo al processo di svincolo e di individualizzazione.
Il workshop propone, come stimolo e sorta di “pillola” del lavoro terapeutico qui sinteticamente esposto, un lavoro esperienziale e relazionale di attivazione bioenergetica attraverso l’utilizzo della metodologia della climbing therapy (www.climbingtherapy.it). L’obiettivo è mostrare come aiutare a contattare e a riconoscere le sensazioni corporee e lo stato emotivo presente nel qui ed ora attraverso l’uso del corpo. L’esperienza centrale è un “gioco sul fare sicura” (assicurare con la corda per arrampicare il proprio compagno), attività utilizzata nei primi incontri di climbing therapy per produrre esperienze motorie di blocco, dipendenza, svincolo, interdipendenza e successo.
Benelli Caterina “Cartografia del Sè”
La cartografia è un dispositivo formativo che consente di rappresentare uno spazio interiore in profondità, attraverso la mappa quale strumento per rendersi consapevoli di aspetti che da altri punti di vista non si potrebbero osservare. Costruire una mappa è un’esperienza in se stessa, in quanto ci consente di attraversare il territorio interiore, familiare e sociale per condurci oltre, e raggiungere ermeneuticamente altre parti di sé. Attraverso una mappa, grazie alla memoria e alla narrazione, si tenta di costruire un’identità, provando a riflettere su di essa, sul modo in cui ci si definisce.
In questo senso l’arte della mappatura permette una ricognizione di quanto attraversiamo; una raffigurazione del nostro mondo, fatto di pluralità, di conversioni, di cambiamenti. La proposta di uno workshop sul tema della cartografia esistenziale, si inserisce nel tema del Convegno per raccontare movimenti, attraversamenti e percorsi di vita utili anche per una lettura del copione da prospettive diverse.