Abstracts
VENERDÌ 11 APRILE
Marco Mazzetti
Di cosa parliamo, quando parliamo di cultura?
Relazione
“Nel mio intervento discuterò il concetto di “cultura” mostrando quanto esso possa essere multiforme, perché definire cosa possiamo intendere per cultura è a mio parere necessario per comprendere il copione culturale.
Mi prefiggo di mostrare come esista una componente collettiva e una individuale di cultura, una componente esplicita, consapevole, e una implicita, in buona parte inconsapevole. e di come entrambe influiscano nel creare quella che possiamo definire “identità culturale”.
Tener presente questa complessità ci può servire per trovare un equilibrio tra il rischio di sottovalutare da un lato, e di sopravvalutare dall’altro, le differenze culturali, per evitare stereotipi e pregiudizi.
Il copione culturale deriva dalla complessità del concetto di cultura: come possiamo esserne consapevoli? Come, grazie a questa consapevolezza, possiamo scegliere spontaneamente i nostri comportamenti? Come possiamo permetterci l’intimità e raggiungere la nostra autonomia?
Questa sembra essere la sfida dei nostri tempi. Possiamo consolarci pensando che, probabilmente, è stata la sfida di ogni nostro simile, dalle origini dell’umanità.
Alessandra Pierini
Riposati ogni tanto; un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante. (Ovidio). L’inganno della società odierna e il fenomeno del Burn-out
Relazione
Il burnout è un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società che sembra spingere verso la produttività costante, la competizione e il successo.
Le pressioni sociali sono molte: l’aspettativa di essere sempre efficienti, di ottenere risultati in ogni campo (lavoro, vita privata, aspetto fisico, ecc.), e di vivere in modo “”perfetto”” può portare a uno stato di esaurimento mentale e fisico. Spesso non c’è tempo per fermarsi e riflettere su cosa ci fa veramente stare bene, perché siamo troppo presi dal fare e dal raggiungere traguardi esterni.
Nella presentazione verrà data una lettura analitico transazionale di questo fenomeno, espressione del copione cultuale in cui viviamo, sia da un punto di vista delle organizzazioni che del singolo individuo, per poi individuare gli elementi che possono consentire la prevenzione del burnout.
Laura Cremonini, Daniele Eleodori, Antonella Severino
Ambiente esterno e organizzazioni: una fase evolutiva del copione culturale nella direzione di benefici condivisi
Relazione
“L’intervento propone una riflessione plurale sul decisivo cambio di prospettiva e di approccio che le organizzazioni stanno sperimentando a seguito dei cambiamenti epocali che l’ambiente esterno e le persone pongono alla loro attenzione.
Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito a radicali evoluzioni nel contesto economico, culturale e sociale: l’avvento delle tecnologie digitali e l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi e nelle metodologie di lavoro, i mutamenti climatici e di normativa sulla responsabilità ambientale, sociale e di governo, l’evoluzione dei concetti di diversità, equità ed inclusione, l’evoluzione delle curve demografiche e degli stili e degli approcci generazionali.
Questi mutamenti oltre ad imporre alle organizzazioni il ripensamento delle loro strategie di sopravvivenza e di successo, nel tempo si sono tradotti in nuovi bisogni, aspettative, comportamenti e desideri delle persone sul lavoro.
Un ampio consenso si è generato tra gli analisti su alcuni fattori che sono emersi quali elementi chiave nelle aziende che hanno successo in un ambiente esterno che oggi è caratterizzato da volatilità, incertezza, complessità ed ambiguità.
Insieme all’agilità, l’allineamento alla strategia ed ai valori, l’etica e la sostenibilità, la cultura organizzativa e lo stile della leadership risultano fattori chiave nella capacità delle organizzazioni di attrarre, motivare e far crescere le persone al loro interno determinando condizioni di vantaggio competitivo e successo.
Attraverso una panoramica sui principali cambiamenti con cui si confrontano le organizzazioni di oggi e la presentazione di esperienze concrete, l’intervento proporrà una riflessione su come gli elementi che costituiscono la cultura delle organizzazioni, così come delineati da Berne (Etichetta, Tecnica e Carattere), siano oggetto di un profondo ripensamento e di un’evoluzione nella direzione di maggiori interdipendenza, inclusività dei bisogni e valorizzazione delle differenze delle persone quali fattori competitivi di successo.
Marco Vernieri
La cultura come strumento di gestione del Personale
Relazione
Il pensiero si elabora con le parole conosciute: per aprire la mente si deve arricchire il proprio vocabolario e per farlo servono i libri, l’unica invenzione che sfida il progresso tecnologico (e vince sempre sulla distanza).
In un mondo che si afferma e si sofferma sempre più sulla superfice, la cultura diventa un modo rivoluzionario per investire sulla crescita delle persone. Il ruolo delle aziende non può essere solo quello di generare produttività e profitto: esse devono assumersi la responsabilità istituzionale di creare valore attraverso la crescita culturale dei propri dipendenti. Non è solo un investimento sul “bene comune”, anche il capitale umano dell’azienda ne beneficia: la lettura, ad esempio, accresce la conoscenza, stimola la fantasia e la curiosità, potenzia la memoria, accresce la concentrazione, migliora le capacità comunicative, rafforza le capacità analitiche, sviluppa la creatività. In una parola, consente di avere persone migliori.
La testimonianza di un’esperienza aziendale che parte in salita e si trasforma inaspettatamente in un successo e una ricognizione del nuovo “mecenatismo”, ci aiutano a riscoprire il valore della cultura, “l’unico bene dell’umanità che, diviso tra tutti, anziché diminuire diventa più grande” (Hans Georg Gadamer filosofo tedesco)
Valeria Corrias, Antonella Severino, Bernardo Carmina
I’m feeling good… CineATtimi e Komorebi (木漏れ日) condivisione di sguardi filtrati attraverso la luce del copione culturale
Workshop
Come il copione culturale influenza il nostro costruirci persona? Quali aspetti della cultura in cui siamo immersi e che costruiamo collettivamente tracciano le linee del nostro benessere esistenziale?
I partecipanti al workshop potranno partecipare alla co costruzione di significati e riflessioni stimolati dalla visione di alcune parti del film ‘Perfect days’ di W. Wenders (2024).
Similmente alla pratica giapponese del Komorebi (木漏れ日) volgeremo lo sguardo in alto, alle fronde degli alberi, attraverso cui passa la luce del sole, dove le forme dinamiche e vitali di rami, foglie e cielo, rappresentano nuovi e mutevoli orizzonti tra terra e aria che abbiamo bisogno di guardare.
Roberta Musso
Hai sempre ragione tu!: Copioni sessuali culturali nei conflitti di coppia
Workshop
Molto spesso nelle nostre realtà cliniche e non solo assistiamo a conflitti di coppia che spesso si basano su dei processi comunicativi che hanno come base transazioni ulteriori e confini di ruoli sessuali poco chiari.
Su questi processi si fondano giochi psicologici che una volta affrontati rendono più forti le singole individualità della coppia e più autentica la relazione.
Il workshop proporrà degli spunti teorico pratici per osservare alcuni elementi delle dinamiche comunicative tra uomo e donna all’interno di un processo di coppia.
Clara Battisti, Michele D’Errico
Il Genitore Affettivo nella Teoria Polivagale
Workshop
Il copione culturale del nostro tempo sembra privilegiare la violenza come metodo per risolvere le divergenze. Prova ne sono i numerosi e tragici eventi di cui è piena la cronaca e, ancor di più, le numerose guerre in corso nel mondo che si aggiungono alla pandemia di Covid e all’emergenza climatica che sembra non preoccupare i potenti. Tutto questo comporta il susseguirsi di traumi fisici e psicologici che rendono difficoltosa la resilienza.
La teoria polivagale illustra le reazioni dell’uomo in situazioni di pericolo. L’attivazione immediata del sistema di difesa ha origine nel tronco encefalico, che costituisce la parte evolutivamente più antica del cervello, ed è mediata dal nervo vago e dal sistema simpatico.
Capire e applicare la teoria polivagale può trasformare molti ambiti della nostra vita. Attraverso la deliberata attivazione della parte ventrale del nervo vago che favorisce il benessere personale e relazioni intime, la neurofisiologia può aiutarci a sentirci connessi e al sicuro nella relazione con l’altro.
Silvia Salvarelli
Trame del Copione contemporaneo
Relazione
Compilando la griglia di personalità di M Teresa Romanini, prendendo come protagonista l’ uomo contemporaneo, intendo presentare il suo contenuto di Copione e le possibilità linee di forza da sviluppare per la costruzione di un futuro di maggiore pace e speranza.
Ilaria Caniggia
“Ennui”: l’importanza di un sentimento complesso e multiforme nell’attuale copione culturale
Relazione
La noia è uno stato emotivo complesso e affascinante ma spesso sottovalutato; è un’esperienza comune a tutti, che può manifestarsi in modi diversi e avere diversi significati.
La noia ha radici profonde nella storia; nel corso dei secoli ha assunto diverse forme e significati, passando dall’essere considerata una mancanza morale o spirituale a una condizione esistenziale e sociale.
Anche nel XXI secolo, la noia rimane un tema rilevante, esplorato da autori di diverse generazioni e provenienze.
La relazione vuole essere un invito alla riflessione sulla noia, all’interno dell’attuale copione culturale partendo da un excursus storico e giungendo ad una valorizzazione di un concetto così delicato e peculiare dell’essere umano.
Antonino Raneri
L’influenza del contesto nelle relazioni affettive
Relazione
“E’ meglio starsene da soli! …e poi?”
L’influenza del contesto culturale nella costruzione delle relazioni affettive: analisi di un caso clinico.
Il lavoro prenderà le mosse dall’analisi dei dati intorno alla gestione delle relazioni umane nel mondo odierno. Le riflessioni sociologiche e filosofiche ci permetteranno di cogliere la trasformazione della nostra società e i valori che la sostengono. Analizzerò un caso clinico, in chiave AT, utilizzando, tra gli altri, i concetti di Cultura di gruppo, Imago di gruppo, Genitore culturale, al fine di evidenziare in che modo la cultura condiziona la costruzione di una relazione di coppia.
Chiara Budini
Il setting ambientato in psicoterapia come allargamento del copione culturale
Workshop
In alcuni contesti educativi si usa proporre da tempo all’utenza di entrare in un mondo a parte, di “diventare” un personaggio di quel mondo. Questa appartenenza permette di sperimentare un copione culturale alternativo a quello della società in cui viviamo. Da questa suggestione nasce l’idea di usare il setting ambientato in un contesto psicoeducativo e psicoterapeutico, con l’età evolutiva e non solo. Nel workshop i partecipanti potranno esperimentarsi nell’ideare e nel prendere parte a un setting ambientato e discutere insieme sulle opportunità terapeutiche che esso presenta, in primis come ampliamento del copione culturale dei partecipanti.
Raffaella Sasso
Copione culturale e configurazioni del mondo: l’Amore al tempo dei nuovi demoni
Workshop
Osservando le evidenze fenomenologiche di sofferenza pervasiva sempre più evidente a livello individuale, relazionale, sociale, mondiale risulta più che mai imprescindibile interrogarci rispetto alle modalità attraverso le quali i Copioni Culturali dominanti del nostro tempo ridefiniscano il nostro “essere nel mondo”, quale visione di umanità sottendano, quale forma di relazione, di linguaggio, di pensiero, di convinzioni adombri.
Osservare quale sia la matrice ed il processo che accomunano le molteplici manifestazioni di sofferenza pur nell’apparente diversità e come ciò influenzi il nostro lavoro attraverso il campo informazionale morfogenetico prodotto.
Oggi più che mai, pertanto, appare evidente la potenza dell’intuizione berniana rispetto all’azione di plagio del demone che corrompe i bisogni esistenziali di attaccamento, di individuazione, di appartenenza del Bambino attraverso “falsi permessi” che, come cavalli di troia, contengono ingiunzioni letali (non sentire, non esistere,…)
Attualmente tale processo ha assunto nuove forme: il Copione narcisistico competitivo basato sul controllo ossessivo-compulsivo dell’altro come oggetto di consumo diviene oggi Copione schizoparanoide in cui l’altro non esiste se non come entità pervasività da distruggere.
L’uccisione di Dio e del padre in tutte le sue declinazioni esita in intollerabile condizione di solitudine e di non senso.
Nella seduzione di una libertà senza limiti e senza anima l’uomo diviene cosmicamente solo e mortale.
Così il bisogno esistenziale di senso, le domande di sempre: “chi sono”, “da dove vengo”, “dove andrò” riemergono come delirio di onnipotenza ed immortalità attraverso il vello d’oro della scienza e della tecnica, nuovo Dio Baal divorante.
Ma sappiamo che il sintomo patologico, a qualunque livello, contiene in sé sia la manifestazione del copione sia la direzione, la via di liberazione dal Copione stesso.
Questi tempi apocalittici sono dunque anche tempi di rivelazione.
Il così detto male, il demone, è sempre a servizio del bene, è strumento per forgiare la nostra anima incarnata, unica e irripetibile.
La relazione d’amore a livello dell’anima, in tutte le sue forme, diviene in tal modo luogo di presenza e di trasmutazione.
Il seminario si propone come spazio di riflessione, scambio e condivisione degli aspetti maggiormente pervasivi del demone e della matrice comune ai differenti aspetti patologici osservati.
In particolare focalizzeremo l’attenzione sulle relazioni d’amore al fine di scoprire insieme, nei sintomi copionali, lo stimolo positivo già contenuto in essi ed i semi nuovi di rinnovamento.
Ad una prima parte descrittiva seguirà la parte esperienziale attraverso esercizi bio-psico-socio-esistenziali per addivenire a stati di “coscienza allargata” condivisi.
Eleonora Carozza, Giovanni Zito
“La danza del femminile e del maschile” come strumento finalizzato alla conoscenza di sé e del proprio copione a passo di musica
Workshop
La vita nella società attuale, caratterizzata da iperconnessione e uso massivo della rete e dello smartphone, spinge sempre di più verso l’isolamento sociale.
Le ridotte relazioni personali ostacolano la possibilità di sperimentare relazioni di interdipendenza e quindi l’imparare a “essere intimi”. I minori, in particolare gli adolescenti, sono quelli più esposti a tale pressione culturale ed è quindi nostro dovere occuparcene.
Per esperienza sappiamo che “La danza del femminile e del maschile” (articolata in incontri di gruppo di teatro danza-tango ad approccio corporeo-emotivo,) è un possibile strumento di aiuto per acquisire competenze relazionali fondate sull’okness e in questo workshop se ne vuole dare un assaggio.
Durante le esperienze di teatro danza-tango, la postura e le tensioni muscolari evidenziabili ci informano sugli Stati dell’Io, e con essi emergono specifici processi relazionali appartenenti al proprio copione personale e culturale. In questo workshop esperienziale i discenti avranno l’opportunità attraverso l’esperienza di teatro danza-tango ad approccio corporeo-emotivo di lavorare sul corpo nelle sue posture, osservando come si muove in relazione a sé stesso, agli altri e nello spazio. L’Analisi Transazionale (AT) è la cornice teorica insieme all’ Analisi Transazionale Socio Cognitiva (ATSC) e si rivela particolarmente utile nell’evidenziare i processi relazionali, gli Stati dell’Io sottesi ed il proprio copione. Per la parte esperienziale avremo in prezioso contributo di Barbara Petrucci Educatrice-Attrice-Regista e Giovanni Sciuto Maestro di tango-Fisioterapista.
SABATO 12 APRILE
Alessandra Prosperi
La scelta vitale
Relazione
L’obiettivo del mio intervento è quello di stimolare uno spazio di riflessione sul tema della “responsabilità individuale della scelta”.
Se il copione culturale è determinato dai messaggi trasmessi dai genitori e legati alla cultura di appartenenza della famiglia, quali sono nel momento in cui viviamo questi messaggi?
Per esempi il denaro, il lavoro, i consumi, rispecchiano la nostra percezione di una vita “viva”?
Ci sentiamo al sicuro?
Ci sentiamo di vivere una qualità di vita adeguata alla nostra percezione di “benessere”?
Viviamo pienamente con soggettività la nostra vita o viviamo secondo un principio di autoconservazione, perché spaventati, perché incapaci di esplorare, di sbagliare, di desiderare…di sognare?
Se il corso di vita è ciò che veramente accade nella vita di una persona e risulta influenzato dal corredo genetico, dalle influenze genitoriali, dalle influenze esterne, come veramente possiamo essere soddisfatti di ciò che possediamo, e non aspirare sempre a ciò che manca?
Come possiamo con i nostri pazienti, con i nostri figli insegnare loro ad attribuire senso alla vita nel suo stesso essere?
Queste e altre riflessioni saranno esplorate insieme.
Sara Filanti
“Tu non mi fai paura!” Il copione culturale dei ragazzini di periferia e l’impegno sociale dell’analista transazionale
Relazione
“L’intervento vuole offrire uno spaccato sulla realtà di preadolescenti della periferia romana soffermandosi sul copione culturale di questi ragazzini spesso con famiglie al confine e stimolare l’impegno sociale dell’analista transazionale nei suoi luoghi d’intervento e cura, infatti, questo si esprime attraverso la promozione del benessere individuale e collettivo, mirando, a migliorare le relazioni interpersonali e a favorire una comunicazione efficace.
Pasquale Somma
Il copione culturale delle donne nell’ambiente malavitoso
Relazione
Madri, sorelle e mogli. Ma spesso anche figlie, madrine e compagne. Calcolatrici e spietate. Agguerrite e spregiudicate. Non sono solo mogli, madri, sorelle e compagne, sono donne cresciute in un abisso che non rinnegheranno mai. Convinte di essere nel giusto in un mondo dove sono altre le leggi da rispettare e far rispettare. Ma soprattutto da tramandare e insegnare.
Il copione culturale delle donne di mafia è molto variegato e complesso. Spesso sono anche considerate spettatrici della criminalità organizzata, le donne di mafia sono raccontate anche come vittime e sottomesse, ma in alcuni casi sono le vere menti dietro le azioni criminali. Spesso trasmettono i valori criminali alle nuove generazioni all’interno delle famiglie e dei gruppi, contribuendo alla continuità “culturale” dei clan. In altri casi segnano le decisioni che contano e sono in grado di aprire e chiudere una faida. La mia proposta è presentare un progetto “Liberi di Scegliere” che si è rivelato uno strumento potente di contrasto alla cultura mafiosa: fin dai primi momenti sono state le madri dei ragazzi, mogli dei boss mafiosi, a comprendere che ciò che offriva il Progetto era una reale possibilità sia per i loro figli come pure per loro stesse. L’adesione delle donne di mafia a questo Progetto, oltre che a portarle a scrivere pagine di vita nuova nelle loro storie personali, porta ad incrinare quella realtà familiare che costituisce uno dei punti di forza della cultura mafiosa.
Graziella Concetta Freni
Sistema Gemellare e Copione Culturale
Workshop
Nel corso del mio intervento mi concentrerò sui concetti chiave della teoria del Sistema Gemellare secondo il Metodo Freni®. Si tratta di una teoria che combina al suo interno le osservazioni dei coniugi Austermann e della loro Vanishing Twin Syndrome e delle Costellazioni Familiari di Bert Hellinger, al fine di spiegare meccanismi inconsci che guidano la strutturazione della personalità e danno luce a matrici relazionali disfunzionali. Una volta spiegati i presupposti del Sistema Gemellare spiegherò perché a mio avviso il Sistema Gemellare sia un valido strumento che può aiutare i clinici a spiegare molti pattern invalidanti nella vita dei propri clienti, e fornisca la matrice su cui si possano innestare i copioni culturali. A tal proposito intendo concentrarmi su temi quali la violenza di genere, le dipendenze da smartphone e il razzismo. Un accento importante verrà posto infine sull’importanza delle relazioni d’aiuto in tutte le sue declinazioni, e sul loro mandato sociale, che – oggi più che mai – non può essere messo in secondo piano. Nell’ultima parte del mio intervento lascerò spazio a dei lavori esperienziali, così da esemplificare quanto esposto nella parte introduttiva e permettere ai partecipanti di fare esperienza personale sui temi affrontati.”
Caterina Benelli
Cucire e ri-curire frammenti di storie
L’approccio auto-biografico per la lettura del fenomeno transculturale
Workshop
La metafora della cucitura di brandelli, di frammenti di storie, richiama quell’arte di riparare, di ricomporre le parti (Ricoeur) e di mettere insieme quei tasselli del puzzle che rappresentano le parti della traiettoria di vita: della propria vicenda esistenziale. Ricomporre le parti della propria biografia è anche un obiettivo del percorso terapeutico: il terapeuta accompagna il paziente a ri-prenedrsi e prendersi cura dei frammenti di sé, a recuperare quei brandelli, quelle parti di sé dimenticate, lasciate in ombra, svalutate per sentirsi “intero”. A tale proposito l’approccio auto-biografico diventa, dunque, uno strumento utile per “ricucire le parti della propria storia”, per leggersi e leggere una biografia in ambito transculturale. In particolare, le persone che provengono da culture e da ambiti di vita diversi, per ricomporre la loro biografia, necessitano di particolari attenzioni e un dialogo sempre aperto per rispondere alla complessità del nostro tempo.
Camilla Mozzato
Il copione culturale nell’arte di oggi. Tra il potere narrativo della corrispondenza e lo strumento per riconoscersi e costruire comunità
Relazione
Si considera arte contemporanea l’arte prodotta e dunque fruita in quello che riconosciamo essere il nostro tempo, l’arte di oggi appunto. E l’oggi è uno spazio in cui il copione culturale assume necessariamente una varietà di significati. Se è vero che gli artisti da sempre si fanno carico di tradurre la realtà attraverso un simbolo estetico, gli artisti di oggi, in particolare, si confrontano con un tessuto di narrazioni e convenzioni sempre più ampio, poichè le voci narranti sono molteplici, è più ampia la parte di mondo a cui queste si rivolgono, e gli stessi mezzi narrativi sono in continua evoluzione.
Fino a che punto la produzione artistica è guidata dal copione culturale oggi? L’arte riesce a consegnarci una strategia per emanciparci dai modelli imposti? È possibile invece che l’arte utilizzi il copione come un mezzo utile al processo del ricoscersi o del non-riconoscersi, e dunque lo utilizzi nell’intento di creare una empatia con lo spettatore? Tale processo serve da collante nella costruzione di una comunità?
Questo intervento intende esplorare il rapporto tra arte contemporanea e copione culturale, interrogandosi su come le artiste e gli artisti di oggi interpretano e trasformano le strutture simboliche e dogmatiche del nostro tempo, ispirati da tecniche artigianali tramandate o sedotti dalle più sofisticate sperimentazioni tecnologiche dove l’identità dell’individuo si fa sempre più spesso lente attraverso cui tentare la creazione di comunità. Attraverso un rapido excursus tra le opere di artiste e artisti di oggi analizzeremo il ruolo dell’arte nella costruzione di immaginari alternativi, nella critica ai sistemi di potere e nella creazione di nuovi significati collettivi per decifrare attraverso questo il senso del copione culturale nel nostro tempo, la sua funzione, e una possibile direzione inedita.
Pietro Romanelli
L’Ilva di Taranto, la Penisola Iberica, mia figlia Ilaria e le mie contraddizioni: riflessioni ”ipercritiche” in tema di relazioni multiple e confini nelle nostre professioni
Relazione
L’intervento si propone di stimolare una riflessione sulla presenza di problematiche importanti nelle nostre Relazioni Terapeutiche, nelle nostre Relazioni Formative e nel Rapporto tra Colleghi quando siano presenti “Relazioni Multiple” o “Lassità nei Confini”.
Attraverso alcuni spunti emotivo/metaforici si stimolerà l’osservazione della presenza di inconsapevoli ma potenziali “elementi tossici” causati dal proliferare di relazioni multiple e di lassità di confini nelle relazioni terapeutiche, formative e tra colleghi; di come questi elementi tossici siano spesso non visibili a causa di alcune caratteristiche intrinseche; di come siano il risultato di movimenti dissociativi legati a bisogni vitali profondi e, infine, di come si abbia difficoltà a parlarne.
Utilizzando la prospettiva teorica dei Copioni Culturali: gli evidenti cambiamenti avvenuti negli anni nei rapporti terapeutici, formativi e tra colleghi, vanno tutti bene?
Claudio Raiola, Corrias Valeria
Intelligenza emotiva e “intelligenza artificiale” in una esperienza di supervisione
Workshop
Il laboratorio propone uno spazio interattivo e co-creato in cui riflettere sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi di supervisione e apprendimento. Attraverso la presentazione e l’analisi di un trascritto di un colloquio, i partecipanti saranno invitati a esplorare il potenziale e le criticità dell’uso dell’IA nella comprensione dei processi relazionali, nell’identificazione di schemi comunicativi e nella costruzione di significati.
Ci interrogheremo su come l’intelligenza artificiale possa supportare la supervisione, offrendo nuove prospettive di analisi, e su quali siano i limiti epistemologici ed etici del suo utilizzo in un ambito che si fonda sulla qualità della relazione umana. L’incontro sarà strutturato in un dialogo attivo tra i partecipanti, per favorire un confronto critico e creativo sull’evoluzione della pratica nell’era digitale con uno sguardo curioso e marziano.